Associazione La Diana
Fonte di Pantaneto

Fonte di Pantaneto

Della Fonte di Pantaneto si inizia a parlare nel 1352, su sollecitazione degli abitanti della via. Tutti, dalla gente che abita non solo in Pantaneto ma nelle vie adiacenti, sono convinti dell’utilità della Fonte ed in più desiderano che sorga bella, molto bella, ma solo nel 1457 si vede finalmente qualche risultato: un’attesa dovuta semplicemente ad una questione di soldi, perché dopo un secolo di discussioni i cittadini si rassegnano finalmente a garantire la completa copertura delle spese.
Individuato il luogo adatto nella “via di Pantaneto di sopra fra l’albergo di Sant’Antonio e la piazza di Santo Martino”, anche grazie all’aiuto dei frati del vicino convento di San Martino, viene dunque costruita la vasca ed al centro di essa viene posta una statua che rappresenta Tritone; in realtà con il tempo, forse a causa di danneggiamenti o incuria, la statua finisce per rappresentare una donna anziana: la “Vecchia di Pantaneto”. L’acqua deriva da quella che scorre dalla Fonte Gaja verso la Fonte del Ponte, ma per il resto non ci sono molte notizie, ad esempio se, come qualcuno scrive, il lavoro fosse addirittura di Jacopo della Quercia.
Della Fonte si torna a parlare all’inizio dell’Ottocento, grazie a Venceslao Malavolti, ricco ed influente signore che ha da poco acquistato il più prestigioso palazzo della via, quello un tempo appartenuto alla famiglia Sozzini.  È quasi certamente per il desiderio del Malavolti, che si effettua una importante ristrutturazione ed ancora per iniziativa del Malavolti, cui evidentemente non basta l’acqua del proprio pozzo, che si inizia a fornire “dadi” di acqua ad un privato, proprio con una diramazione che parte dalla nuova Fonte.
Non si tratta di una impresa facile: molti non sono d’accordo sul fatto che la vecchia Fonte avesse un “ingrato ed orrido aspetto”, come sostiene il Malavolti; altri hanno forti dubbi sulla bontà del nuovo progetto. In ogni caso la Fonte viene ricostruita nel 1807, ornata questa volta da un carro di Nettuno, da cavalli, sirene e da un delfino, il tutto rigorosamente in terracotta. La statua della “Vecchia” fu spostata ai giardini della Lizza sotto l’antico ponte levatoio di Fortezza. La statua fu distrutta da dei vandali pochi anni dopo ma di essa rimane la toponomastica nel “Ponte della Vecchia”

Nei decenni che seguono, principalmente per l’inciviltà degli utenti, la Fonte si riduce però in misere condizioni, finché il carro di Nettuno viene alla fine rimosso e nel 1850 le altre statue che adornavano la fonte di Pantaneto furono vendute ad un privato. Siamo nel 1867 quando il Comune decide un ennesimo intervento che dà alla Fonte un aspetto assai più dimesso di quello sognato da Malavolti, ma forse più gradito agli stessi utilizzatori che vi si recano per prendere l’acqua e non per contemplare più o meno importanti opere d’arte.
Caratteristica la testa di leone con la lingua sporgente, lingua che serviva per appendere il secchio il cui peso azionava il rubinetto che faceva sgorgare l’acqua del bottino.

Quell’aspetto è destinato a durare per quasi tutto il Novecento. Per l’esattezza fino al 1997, quando l’architetto senese Carlo Nepi cura per conto della Contrada del Leocorno l’ultimo e, chissà, definitivo restauro.