Associazione La Diana
La nostra storia

La nostra storia

Il 25 maggio 1993 il Gruppo Stampa Autonomo e l’Associazione Ricerche Archeologiche di Siena, al termine di una serie di visite nei “bottini”, organizzano un dibattito per porre a conoscenza dello stato di degrado dei cunicoli sotterranei.
Conferenza i Bottoni di SienaLa serata ebbe un notevole successo e alcuni dei presenti, anche in rappresentanza di alcune associazioni di volontariato quali gli Archeologi di Colle Val d’Elsa, gli Amici della Bicicletta e l’Associazione per la Tutela di Pian del Lago, lanciano l’idea di un comitato permanente per la tutela e valorizzazione dei bottini e delle antiche vie d’acqua della città.
Viene redatto un verbale, firmato a nome dei presenti da Luca Luchini, dove si tracciano alcune linee di intervento da perseguire in accordo con il Comune di Siena.
Passano alcuni mesi e ai primi dell’anno seguente, l’11 febbraio, le cinque associazioni citate insieme a 24 persone si trovano per sottoscrivere l’atto costitutivo de LA DIANA.
Primo Presidente e animatore di tutte le iniziative viene individuato Luca Luchini e sin dalle prime riunioni, anche quando i soci si contavano su due mani appena, l’associazione ebbe come obiettivo dichiarato lo studio, la valorizzazione e la tutela dei Bottini, delle Fonti monumentali e di tutto il patrimonio storico, culturale ed architettonico legato alle Acque di Siena.

Di riunione in riunione, il numero degli appassionati cominciò a crescere considerevolmente e fu subito evidente che, per raggiungere le mete prefissate, gli sforzi avrebbero dovuto concentrarsi su più direzioni di attività: un gruppo di studio si prese allora il compito di approfondire le conoscenze storiche, culturali ed architettoniche sul patrimonio senese dell’Acqua; un secondo gruppo di appassionati decise di dedicarsi al mondo della scuola, con l’obiettivo di sensibilizzare anche i più giovani alle problematiche legate ai bottini, alle fonti e all’acquedotto, mentre una parte dei volontari manifestò la propria disponibilità ad accompagnare studenti ed appassionati, dopo aver stabilito modalità e calendari con il Comune, nelle visite guidate ai luoghi dell’acqua. Il Gruppo speleologico di Colle Val d’Elsa, per parte sua, sotto la direzione dei competenti tecnici comunali, si assunse l’incarico di effettuare ricognizioni sui rami interrotti dei bottini e di compiere un continuo monitoraggio sull’intera rete di cunicoli.

L’Associazione mosse quindi i primi passi e non tardarono ad arrivare grandi soddisfazioni soprattutto dal mondo della scuola, nel quale furono profuse le prime, sostanziali energie. I volontari che, con l’ausilio degli insegnanti, svolsero i seminari alle Elementari, alle Medie e alle Superiori ricevettero, anche dai ragazzi più giovani, una sensazione di grande interesse e maturità, sensazione che poi si rafforzò ulteriormente nelle visite successive ai bottini e alle fonti.

Pulizia canale del Granduca 1994Il 21 maggio 1994, nell’ambito dell’appuntamento ecologico “Ripuliamo Pian del Lago” promosso dal Comune di Siena in collaborazione con alcune associazioni ambientaliste, fu realizzata la prima uscita operativa con la prima fase della pulitura (per circa un chilometro) del “Canale del Granduca“, opera che ebbe ed ha l’importante compito di prosciugare dalle acque il Pian del Lago e che versava in condizioni precarie.

Il 16 novembre 1994 la Giunta comunale approvò poi la convenzione che consente a “La Diana” la gestione delle visite accompagnate e gli interventi di piccola manutenzione ai bottini, uno degli obiettivi principali, forse addirittura il primo fine statutario della Associazione. 

Pulitura fonte delle monache 1994Al ritorno dalle ferie estive furono due le iniziative intraprese: la prima riguardò la spedizione alle sorgenti dell’Ermicciolo del gruppo dei volontari appassionati alla storia dell’Acquedotto del Vivo. La seconda fu il varo del cosiddetto “Progetto Schedatura Fonti”, che ebbe come obiettivo l’individuazione, la catalogazione ed il controllo delle condizioni attuali di tutti i luoghi (le cosiddette fonti minori) dove nel passato veniva raccolta l’acqua, progetto che ha consentito, all’epoca, la  catalogazione di ben diciotto fonti. Tra queste vi fu anche qualche interessante riscoperta: la fonte di Sant’Eugenia, menzionata ma non individuata dallo storico Bargagli Petrucci, e quella che noi chiamammo “Fonte delle Monache” sulla quale i volontari de “La Diana” iniziarono un intervento di ripulitura dagli abbondanti detriti che ne nascondevano le bellezze.

Nell’autunno del 1995, un gruppo di nostri giovani volontari scoprì un’enorme, altissima “stanza” sotto la città, nei pressi della valle di Follonica, scoperta alla quale la stampa cittadina dedicò molto spazio.

E venne il 1996. Continuarono le visite ma, soprattutto, cominciarono gli interventi di manutenzione ai cunicoli (con le tute verdi che diventarono le nostre divise ufficiali). Ne facemmo ben sei, tre sul bottino di Fonte Nuova, in Ovile, e tre su varie fonti della città. Importante e celebrato fu il lavoro eseguito sul bottino che alimenta Fontebranda. Il gorello che conduceva acqua ad una delle bocche della fonte era, infatti, ormai definitivamente otturato in numerosi punti. Pulizia Fontebranda 1994Visto che la contrada dell’Oca, avrebbe effettuato l’inaugurazione dei lavori nelle vecchie grotte delle conce, i volontari de ”La Diana”, con l’ufficio tecnico comunale, si adoperarono perché nel giorno stabilito tutte le bocche della fonte potessero buttare regolarmente acqua come avevano fatto da secoli. L’intervento riuscì perfettamente e, nel giorno dell’inaugurazione delle conce, “Fontebranda zampillò meglio”… come titolò un quotidiano.

Nell’estate vide la luce il video “Diana tra mito e realtà” “Gli acquedotti senesi dal medioevo ad oggi”. La videocassetta fu prodotta dal Comune di Siena, in collaborazione con “La Diana”, e fu realizzata al fine di promuovere l’amore per l’acqua. In essa la leggenda della Diana offriva un accattivante “incipit” al racconto che introduceva all’incredibile mondo delle architetture che formano il sottosuolo della nostra città. I volontari de “La Diana” scrissero a più mani il testo che accompagnava il documentario e che si arricchiva d’interviste ed interventi di esperti del settore.

A proposito di film sui bottini, il 12 marzo del 1997 da RAI 3, nel corso della trasmissione “GEO&GEO”, fu trasmesso il documentario “Siena sotterranea”, che aveva come oggetto proprio il mondo senese dei bottini e delle fonti storiche. Il bel filmato, con la regia di Piero Cannizzaro, realizzato con la collaborazione dei soci de “La Diana”, era stato presentato con gran successo in anteprima nazionale alla città di Siena il 21 febbraio, nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico. La risposta del pubblico, nonostante la serata fosse ad invito, fu entusiastica con la sala letteralmente gremita. E tutta questa gente accolse la fine della proiezione con un lungo, fragoroso, applauso. Ma non fu l’unica esperienza del connubio “bottini – La Diana” in celluloide: di lì a poco si interessò di noi e realizzò un bel documentario anche Superquark di Alberto Angela, seguito da Licia Colò, dal TG1 con Donatella Scarnati, nonché da produzioni tedesche, olandesi, giapponesi e statunitensi. Ed iniziò uno dei progetti più importanti che legano “La Diana” al mondo sotterraneo senese: la mappatura dei bottini che cominciò a fine 1997, culminando, per impegno, nel 1998. Nei rilievi si cercò di annotare il grado di difficoltà di percorrenza dei singoli cunicoli, la presenza di fenomeni di dissesto strutturale in corso o la possibile formazione di tali fenomeni. Fu questo il progetto più impegnativo e, soprattutto, caratterizzato dalla più alta professionalità dimostrata fino ad allora: ogni elemento, infatti, venne opportunamente schedato mediante la compilazione di una tabella alla quale era allegata la relativa fotografia che poteva documentare tutte le varie situazioni come, ad esempio, il livello dell’acqua, i dissesti, e così via. Il risultato, ottenuto dopo un anno di spedizioni nelle viscere della città, fu la completa mappatura della parte terminale del bottino di Fonte Gaia.Pulizia Fonte Orto Botanico

I nostri soci erano instancabili e nel corso del l997 cominciarono sia i lavori alla fonte dell’Orto Botanico ed al relativo bottino, sia i primi timidi passi nelle viscere del Santa Maria della Scala, che, di lì a poco, ci avrebbero portato a scoperte esaltanti.

Gli anni 1999 e 2000 ci hanno visti impegnati nella sgrumatura e pulizia della parte dei bottini ubicata verso Fontebecci. Una volta ancora è stata battaglia tra i gruppi di soci volontari ed il calcare che aveva invaso i gorelli, nella parte nord del reticolo di cunicoli cittadini. La strategia, in questi anni, si è raffinata: il grosso dei “picconatori” si colloca nel tratto di bottino da pulire mentre tre o quattro piazzano un presidio ad uno degli “smiragli”. Viene collocato un paranco sul pozzo dal quale vengono calati i secchi che, in rapida successione, vengono riempiti di terra e scaglie di calcare. Ma, spesso, non ci sono gru o motori che azionano le funi: come guerchi d’altri tempi solo con lo sforzo delle braccia i pesi vanno su… anche se sotto le tute verdi (ormai un po’ stinte) si nascondono impiegati di banca, professionisti, pensionati…

Mostra Siena sotto e sopraGli anni 2000 hanno visto l’Associazione impegnata in molteplici attività: di seguito ci limitiamo ad elencare soltanto quelle principali. Negli attuali locali della Biblioteca, proprio dove esce il ramo laterale di via della Sapienza del Bottino Maestro di Fonte Gaia fu organizzata una mostra fotografica con splendide immagini delle Fonti e dei Bottini scattate dai nostri soci.

Successivamente furono effettuati due importanti interventi che hanno visto coinvolti per mesi un notevole numero dei nostri iscritti. Il recupero più eclatante è stato la conclusione dei lavori alla Fonte delle Monache, con relativa chiesetta, e la ripulitura dell’intera valle. Nell’attualità vengono effettuare visite guidate su prenotazione. All’interno della chiesetta, vicina al vecchio cimitero delle suore, è stata collocata dalla nostra Associazione una scultura della Madonna di Provenzano, opera del noto scultore (e socio) Pierluigi Olla. Di fronte alla valle della Fonte delle Monache, sono stati ripuliti e consolidati anche il bottino e la fonte dell’Orto Botanico.

Pozzo di butto s. Maria della ScalaGrande impegno è stato profuso anche all’interno del Complesso di Santa Maria della Scala. Oltre ad una serie di affascinanti ricerche nelle viscere del vecchio complesso ospedaliero, che ci hanno permesso di riportare alla luce passaggi e manufatti ormai dimenticati, la scoperta più importante è stata rappresentata dal rinvenimento del Pozzo del Rotone, che oggi è parte di un percorso di visite guidate da noi effettuate in collaborazione con il Comune. Nello stesso tempo abbiamo recuperato una grande quantità di frammenti di brocche, piatti ed altri oggetti di ceramica che, una volta puliti e catalogati, sono stati in parte restaurati ed esposti al pubblico nel Museo del Santa Maria. Bellissimo e suggestivo “Il percorso dell’acqua” al Santa Maria della Scala, proposto e illustrato con passione, dai volontari della Diana.

In collaborazione con la Direzione del Santa Maria della Scala è stato stampato un volume “… A ritrovar la Diana” che ha avuto un grande successo. Attualmente è esaurito e ci auguriamo di poterlo ristampare a breve.

FumettoSempre in tema di pubblicazioni, con la sponsorizzazione dalla Banca Cras, l’Associazione ha pubblicato un volume a fumetti sulla storia dei Bottini, scritto a più mani dai nostri giovani e illustrato dal bravissimo Alessandro Andreuccetti, distribuito poi in circa 6.000 copie alle scuole del Comune di Siena e limitrofi. Dopo aver sensibilizzato a lungo il Comune sulle tristi sorti della Fonte di Follonica, “La Diana” intervenne, di concerto con l’Amministrazione Comunale, offrendo le proprie competenze per agevolare il recupero dell’intero sistema idrico della vallata, ed evitare così, il completo degrado dell’affascinante manufatto. Molto tempo è passato da allora, sono serviti notevoli sforzi, ma anche tanto è stato fatto per “salvare” le fonti di Follonica e la valle dall’abbandono. Oggi, l’acqua azzurra della fonte, il rumore ovattato della vita cittadina che scorre lungo il crinale, il verde della valle di Follonica, sono un mix speciale di colori, suoni e odori, che rendono questo luogo quasi “incantato”. Un altro “angolo di città” tutto da ri- assaporare!

Notevole impegno è stato dedicato al Bottino di Fontenuova. I soci hanno provveduto alla ripulitura di una grande parte del gorello, e programmato con il Comune la sistemazione, poi effettuata, della prima parte del cunicolo.

scuoleNel corso degli anni sono aumentati l’impegno e l’importanza del progetto legato alle scuole, tanto che nell’attualità al termine delle lezioni e delle visite viene organizzata una mostra dei manufatti eseguiti dai bambini delle scuole partecipanti (quasi 400 ragazzi ogni anno) con relativa consegna di un piccolo ricordo nel corso della manifestazione finale.

A conferma dell’apprezzamento che l’Amministrazione Comunale ha nutrito e nutre nei nostri riguardi, l’Associazione ha ottenuto prima i locali situati a fianco della Fonte di Pescaia da utilizzare come propria sede ed attualmente quelli in via San Marco all’interno dell’ex collegio. La vicinanza della prima sede ci ha permesso per anni di continuare a svolgere un importante ruolo anche nelle visite del Museo dell’Acqua inaugurato nel 2010 e alla cui realizzazione abbiamo collaborato in maniera determinante appoggiando le due società che hanno allestito il nuovo complesso museale, come leggeremo più avanti. Da alcuni anni le visite sono affidate ad altra struttura e non più alla Diana

Inaugurazione CaccialupiNel contempo l’Associazione era anche fortemente impegnata nel recupero del bottino della Fonte dei Tufi e dell’area circostante il Palazzo Caccialupi che oggi è adibito a residenza per anziani dall’Azienda per i Servizi alla Persona senese. I lavori eseguiti sono stati possibili grazie al finanziamento della Fondazione Monte dei Paschi e del Lions Club di Siena. Il progetto, che prevede il recupero di tutta l’area in modo da favorire delle visite guidate come avviene per la Fonte delle Monache. Servono ulteriori interventi e altri finanziamenti per completare l’opera di sistemazione dell’area da rendere all’originale splendore.

Nel mese di novembre 2009 è terminato il primo corso per “Aspiranti Bottinieri”, organizzato in collaborazione con Cesvot e Circoscrizione 5, che ha registrato una notevole partecipazione sia in termini numerici che qualitativi e che ha dato nuova linfa alla nostra associazione. Dopo il primo corso ne è stato organizzato un altro nel 2016 e quello attuale.

Per valorizzare inoltre i due splendidi siti della Fonte di Pescaia e della Fonte delle Monache, naturali eccezionali anfiteatri, negli ultimi anni abbiamo organizzato spettacoli dedicati a Siena (canzoni, brani recitati ed altro) che hanno visto un numeroso pubblico applaudire valenti artisti cittadini, alcuni dei quali membri della nostra associazione.

Presentazione Masgalano 2011Ricordiamo infine che nel 2011 il Comune ha assegnato a “La Diana” l’onore di offrire il Masgalano che è stato realizzato da Pierluigi Olla.

E siamo, come promesso nel titolo, ai giorni nostri. ”Srotolare” la storia del legame con i bottini significa, in verità, rivedere il film dell’intera vita della nostra Associazione. “Tutto cominciò con la stipula della convenzione con il Comune di Siena…” avevamo detto in principio. Ecco, tutto questo non finirà se anche solo uno dei volontari in tuta verde (oramai sgualcita e logora e spesso sostituita dalla felpa grigia) avrà la voglia di calarsi ancora, da quella “micidiale” botola, sotto le lastre della nostra irripetibile città.

Insomma l’elenco è lungo e se nel marzo 1994 “La Diana” era composta da pochi appassionati dotati solo di buona volontà, alla fine del 1995 era una associazione che già contava una ottantina di soci tesserati, aveva un periodico di uso interno, e aveva dimostrato di essere unita pur sfaccetata nei numerosi interessi culturali dei suoi membri e, soprattutto, ha portato a termine con serietà i primi obiettivi programmati nel breve periodo. 

Sono passati trent’anni da quel giorno, da quell’11 febbraio 1994, e siamo ancora qui a lavorare per la nostra città, per la tutela dei bottini, delle vie d’acqua di Siena, delle fonti storiche. Regolarmente La Diana svolge attività di accompagnamento e divulgazione, attività di ricerca archivistica, annualmente viene organizzato il progetto scuole che coinvolge centinaia di studenti di Siena e del circondario, viene fatta da soci particolarmente esperti attività di ispezione e verifica dello stato di salute dei 25 chilometri di gallerie scavate nel sottosuolo senese. Siamo sempre qui orgogliosi di quella scintilla nata l’11 febbraio 1994 che in questi trenta anni è divenuta oramai una presenza viva nella realtà sociale senese. Tanti auguri DIANA